sabato 19 dicembre 2009

Un convegno sui cerimoniali ufficiali a Viterbo



Il 4 Dicembre, a Viterbo presso la sala Coronas della prefettura, si è tenuto un corso di formazione dedicato all’approfondimento di tematiche attinenti al cerimoniale, con la partecipazione del Consigliere Massimo Sgrelli, già capo del dipartimento del cerimoniale di stato della presidenza del consiglio dei ministri.
L’evento rientra nell’ambito delle iniziative intraprese dalla Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Viterbo per la promozione professionale del settore pubblico provinciale.
Il prefetto Alessandro Giacchetti, nell’aprire i lavori, ha rivolto un particolare ringraziamento al neo presidente dell’Anci Lazio, Fabio Fiorillo, per aver, con la sua disponibilità, consentito lo svolgimento dell’iniziativa, attestando ancora una volta il rapporto di stretta collaborazione tra le due istituzioni; ha poi presentato il relatore, Massimo Sgrelli, docente e consulente di cerimoniale e relazioni istituzionali, considerato come uno dei massimi esperti nazionali in materia di cerimoniale per la lunga esperienza acquisita come capo dipartimento presso la presidenza del consiglio dei ministri per oltre 15 anni ed autore di diversi testi in materia.

Numerosi ed interessanti gli argomenti trattati nel corso del seminario, tra cui l’uso corretto dell’esposizione delle bandiere, l’ordine delle precedenze delle cariche pubbliche nazionali ed internazionali, l’assegnazione dei posti nelle cerimonie ufficiali, le onorificenze, gli eventi conviviali, le cerimonie religiose, l’abbigliamento, la corrispondenza. 

venerdì 4 dicembre 2009

A Caracas per Ahmadinejad suonato inno sbagliato


Come da cerimoniale, quando il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è arrivato all’aerporto di Caracas, in Venezuela, è stato accolto dall’inno nazionale.
Ma per un errore imbarazzante, non ha trovato accoglierlo l'inno della Repubblica Islamica dell’Iran, bensì il «Sorood e Shahanshahe» dell’era Pahlavi, in uso dal 1933 al 1979, cioè l'inno della monarchia contro cui la rivoluzione di Khomeini fu fatta.


da La Stampa 27_11_09

Se gli imbucati di Stato diventano un affare di Stato


La notte brava di Michaele e Tareq Salahi (la coppia che è riuscita a entrare alla Casa Bianca senza alcun invito per partecipare al ricevimento per il Thanksgiving Day) ha sollevato tanti dubbi e interrogativi sugli apparati di sicurezza ma anche sulla credibilità di coloro che gestiscono la “vita pubblica” di Barack Obama. Già, perchè tutta questa storia ha dimostrato in modo netto che la colpa non è soltanto degli agenti dei servizi segreti, ma anche di chi è addetto al cerimoniale della White House.
E poco importa che la coppia Salahi abbiamo lanciato la sua sfida alla ricerca di pubblicità, notorietà, brivido (?). Poco importa che i due siano dei veri presenzialisti di professione (quasi peggio del nostro Gabriele Paolini, quello che compare sempre dietro una telecamera dei Tg) come dimostra una foto pubblicata da Polocontacts.com in cui si vede lei insieme a Obama, in un’altra occasione, forse nel 2005, forse nel 2008. La domanda è: ma come hanno fatto a entrare in quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro del mondo?
Dopo che i due hanno raccontato l’avventura su Facebook, dopo aver chiesto cachet di migliaia di dollari per apparire in televisione, dopo aver annullato ogni intervista (dietro consiglio degli avvocati) perchè Mr e Mrs Salahi sono a rischio di incriminazione, l’attenzione dei media americani sui due è scemata per mettere sotto la lente d’ingrandimento le responsabilità degli uomini della sicurezza.
Barack Obama ha già chiesto un’inchiesta approfondita. Stessa mossa è stata fatta dal presidente del Comitato dei Servizi Segreti della camera dei Rappresentanti Ed Towns, il quale ha detto che vuole verificare il lavoro, le pratiche e le modalità adottate dai G-Men per proteggere il Comandante in Capo.
Era stato lo stesso direttore dei Servizi di Sicurezza Mark Sullivan a diramare una “imbarazzatissima” nota di scuse e di spiegazione subito dopo lo scoppio dello scandalo. Nel comunicato, Sullivan diceva che la coppia era stata controllata al metaldetector e a tutti gli altri livelli di screening prima di accedere all’interno delle sale dove si teneva il ricevimento. Mr e Mrs Salahi - ricordava il capo degli agenti addetti alla sicurezza nella sua nota - sono (erano) soltanto due delle centinaia di migliaia di persone che ogni anno, senza alcun problema, visitano la Casa Bianca.

Casa Bianca: Cerimonia d'accensione dell'albero di Natale


Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, insieme a tutta la famiglia, ha acceso l'albero di Natale 2009 della Casa Bianca, il "first Christams tree" della Nazione. Sono state le figlie Sasha e Malia a pigiare insieme ai genitori il bottone che ha acceso le luci di Natale messe a decorazione dell'albero, collocat della o nella zona sud del Parco della Casa Bianca. Alla cerimonia hanno partecipato decine di bambini.

su TGCom

domenica 29 novembre 2009

Cambia il cerimoniale e Buckingham Palace "volta le spalle" alla Regina



È considerata una delle più antiche tradizioni della monarchia britannica e uno dei capisaldi dell' etichetta di corte. Ma adesso, la regola di camminare all' indietro quando si esce dalla stanza in cui si trova la regina, cede il passo al timore che qualcuno possa farsi male e intentare una causa di risarcimento danni. Per questo Buckingham palace, secondo quanto scrive il Daily Telegraph, ha deciso di ritoccare in chiave moderna il rigido protocollo previsto per i dipendenti e per gli ospiti della regina Elisabetta, rendendo superfluo questo tipo di commiato. La pratica di camminare all' indietro era stata introdotta, in epoca medioevale, in segno di rispetto nei confronti della sovrana. Allora, voltarle le spalle era considerato un atto di grande maleducazione. E, secolo dopo secolo, l' usanza si è tramandata, di dipendente in dipendente, coinvolgendo anche gli ospiti. Ma a far preoccupare la regina sarebbero i rischi per la sicurezza di quanti devono congedarsi da lei, schivando eventuali ostacoli ed evitando di inciampare. Nell' ipotesi di un eventuale incidente, infatti, il ferito potrebbe rivalersi su Buckingham palace. Da qui la decisione di modificare il protocollo, con tre eccezioni, tante quante sono le persone che continueranno a non poter mostrare le spalle a Sua Maestà. Una soluzione, quella adottata dai reali, pensata per non cancellare del tutto la tradizione, ma per aggiornarla in chiave moderna, evitando eventuali cause in seguito ad un incidente sul lavoro. Continueranno a dover camminare all' indietro il cerimoniere dei corpi diplomatici (responsabile dei rapporti col mondo della diplomazia londinese), e il funzionario di corte della sovrana, una sorta di assistente personale proveniente dalle forze armate. Una terza persona sarà tenuta a non infrangere la tradizione, ma soltanto una volta all' anno, durante la solenne cerimonia di apertura del Parlamento. In questo caso, il Lord cancelliere deve percorrere all' indietro i gradini che portano al trono reale, subito dopo aver presentato la regina, prima del suo discorso ufficiale. Il consigliere diplomatico e l' assistente personale, dunque, dovranno lasciare la stanza secondo l' antica tradizione, sia quando vengono convocati dalla regina, quando questa vuole impartire loro delle disposizioni, ma anche quando introducono degli ospiti, stranieri e non, nella sala riservata alle udienze. Al cerimoniere, che è anche considerato tra i massimi conoscitori dell' etichetta reale, spetta il compito di ricordare gentilmente agli ambasciatori, durante la presentazione delle lettere credenziali alla regina, come ci si deve avvicinare alla sovrana: «Un passo, seguito da un inchino col capo. Un secondo passo, e un secondo inchino». Non cambiano, invece, le tante e varie consuetudini protocollari che si rispettano ormai da secoli: quando la regina ha smesso di mangiare, devono farlo anche i commensali; mai abbracciarla (un' eccezione fu registrata ad aprile, quando incontrò Michelle Obama e fu lei stessa a "toccare" la First Lady, che le appoggiò a sua volta un braccio sulla spalla) o chiamarla per nome (la formula corretta è «Sua maestà» la prima volta, «ma' am», signora, quelle successive); mai cambiare argomento di discussione; resta anche buona norma fare domande che la sovrana possa apprezzare. Esistono poi regole dettate dal buon senso, come il non urlare mai in sua presenza: a questo proposito rimarrà celebre la gaffe (anche se poi smentita da un comunicato di Buckingham Palace) di Silvio Berlusconi al G20 di Londra.



sabato 14 novembre 2009

Hernando e il cerimoniale del Viceregno


Carlos Hernando Sánchez è stato il pri­mo studioso ad occuparsi in maniera in­novativa di feste e cerimoniali, materia tut­t’altro che accessoria rispetto alle tradizio­nali coordinate storiografiche. Come e perché lo spiega egli stesso: «Nel vicere­gno di Napoli, e non solo in questo, il ruo­lo dell'immagine reale e quello del cerimo­niale ha un significato fondante, che non possiamo interpretare con i valori contem­poranei».



Non erano, dunque, mere ope­razioni pubblicitarie.

«Tutt’altro. Gli stori­ci sbagliano quando per analizzare l’idea di cerimoniale utilizzano il concetto di propaganda che è per statuto concetto borghese, nato dopo la rivoluzione indu­striale. Non si può parlare di quel mecena­tismo pensando alla propaganda. Nel vice­regno ci troviamo di fronte a un cerimo­niale celebrativo e commemorativo tutt’al­tro che superficiale: perché qui apparire è lo stesso che essere. Per noi non è così. La propaganda vuole comunicare un messag­gio, nel cerimoniale spagnolo si celebra la gloria di Dio, dei nobili, degli istituti cor­porativi. Insomma c’era un fine sociale che non era il consumo e di massa. Non si doveva necessariamente capire. Anzi, non si doveva capire affatto. Alcune pitture e iscrizioni non sono fatte per esser lette proprio come la colonna di Traiano il cui nastro istoriato si eleva fin dove non arri­va lo sguardo umano. Le gesta non si devo­no vedere ma celebrare».



E la festa?

«È una cerimonia collettiva. Non ci sono limi­ti tra spettatore e attore, tutti diventano protagonisti di questo spettacolo. Il lin­guaggio della festa istituzionalizza anche il conflitto. In questo senso, Napoli tra Cin­que e Seicento sviluppa un modello di ce­rimonia- festa di importanza europea. Ed è più creativa della stessa Spagna, certa­mente delle altre corti vicereali. La storio­grafia ha sempre puntato i riflettori su Fi­renze e Venezia, ma è Napoli la vera capita­le della festa: qui la festa è creazione cultu­rale, motore dell’immaginazione artisti­ca».



Un talento endemico, dunque. Come mai?

«Perché Napoli era l’unica grande monarchia nel basso medioevo agioi­no- aragonese. Aveva una nobiltà tra le più importanti d’Europa, ricca e politicamen­te attiva. Tutti gli altri dovevano compete­re con questo splendore».

Clint Eastwood riceve la Legione d'Onore francese da Sarkozy


Parigi, 13 nov. (Ap) - Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha nominato Clint Eastwood comandante della Legione d'Onore, consegnando all'attore e regista americano la più alta onorificenza francese. La cerimonia ha avuto luogo oggi all'Eliseo di Parigi. Eastwood, 79 anni, è stato encomiato per l'ampiezza della suo opera, per la sua longevità come artista, per la capacità di intrattenere il pubblico di tutto il mondo, nonché per la sua amicizia con la Francia. Clint Eastwood è molto amato in Francia, soprattutto come regista. Cahiers du Cinema, forse ancor oggi la più influente rivista di critica cinematografica al mondo, lo considera tra i più grandi registi contemporanei.

da APCom

lunedì 2 novembre 2009

Sfilata di vip nel lusso di Abu Dhabi


Sfilata di miliardari, vip e teste coronate nell’avveniristico tracciato di Abu Dhabi, dove si è celebrato con lusso l’atto conclusivo della stagione 2009 di Formula 1. Tra i personaggi famosi che hanno tenuto a battesimo il nuovo impianto c’erano alcune star musicali come Beyonce, Kings of Leon, Aerosmith, Jamiroquai e il rapper Timbaland.
Presenti diversi sceicchi, insieme al neo presidente della Fia Jean Todt, al segretario di stato americano Hillary Clinton, alla leggenda della NBA Kareem Abdul-Jabbar, al re Juan Carlos di Spagna, al re Gustavo di Svezia e a numerose personalità dello sport, dello spettacolo e della politica, tra cui il Ministro degli Esteri Franco Frattini.

Ferrari Store: il più grande inaugurato a Dubai


Ferrari ha inaugurato a Dubai il più grande store del “cavallino rampante” su scala mondiale. L’inaugurazione del punto vendita è avvenuta nel week-end del Gran Premio d’Abu Dhabi di Formula 1, che ha chiuso la stagione agonistica 2009. Oltre mille i metri quadri destinati all’esposizione degli oggetti che omaggiano il mito di Maranello.
Al taglio del nastro hanno preso parte i piloti Kimi Raikkonen e Giancarlo Fisichella, insieme a Edwin Fenech, General Manager di Ferrari Middle East & Africa e Shafqat Malik, CFO Aldar Properties and Chairman of Fadar Retail. Per l’occasione è stata esposta in vetrina una California. Altre “rosse” sono state posizionate di fronte al nuovo negozio.
Il concept dello store, situato all’interno del Dubai Festival City Centre, è stato sviluppato interamente dallo Studio Iosa Ghini e riflette l’obiettivo di essere un punto di raccolta della storia e dello spirito del brand, caratterizzato dall’anima duplice delle competizioni e del lusso. Ogni area è pensata come uno spazio unico e speciale, dove vivere l’esperienza Ferrari.
Deluxeblog

Carla e Sarkozy sbarcano a Venezia Visita lampo con buffet e concerto


VENEZIA — La febbre è già salita. In laguna si racconta di una nobildonna che ha otte­nuto il sospirato cartoncino solo dopo aver fatto valere an­tichi legami con la première dame, parentele di alto lignag­gio tra grandi dinastie pie­montesi. Ma la verità è che ha gestito tutto lei. E se lei non ti vuole non ci sono blasoni che tengano. L’oggetto del deside­rio è la visita a Venezia, marte­dì prossimo, di Carla Bruni in Sarkozy e del marito Nicolas, presidente della Repubblica francese. L’occasione è la ceri­monia di consegna alla Fon­dazione Cini dell’archivio di Alberto Bruni Tedeschi, pa­dre putativo della Bruni (in re­altà figlia dell’imprenditore Maurizio Remmert), indu­striale ma anche composito­re, amico di Luigi Nono e Kar­lheinz Stockausen, emigrato con la famiglia in Francia ne­gli anni ’70 per paura di rapi­menti, scomparso 13 anni fa. Per celebrare la donazione il carnet di martedì prevede due repliche della «Messa per la missione di Nyondo», che Bruni Tedeschi compose di ri­torno da un viaggio in Africa, l’esecuzione sarà dell’Orche­stra Sinfonica e del Coro della Radiotelevisione croata.
Due repliche - una alle 17, una al­le 18 - perché la sala degli Arazzi della fondazione Cini, alla Giudecca, non riusciva a contenere tutti gli invitati. Ma tra le 17 e le 18 c’è una dif­ferenza fondamentale: la pri­ma è per gli studiosi, la secon­da, quella più ambita, è quel­la alla quale assisteranno an­che madame e il consorte. Perché si sa da fonti certe che la coppia presidenziale si fer­merà in laguna lo stretto ne­cessario per partecipare alla cerimonia e poi a un buffet (in piedi, ma molto rinforza­to) nella sala del Cenacolo pal­ladiano, poi ripartiranno subi­to per Parigi: niente notte ro­mantica in laguna, niente shopping presidenziale in cal­le XXII Marzo. Però, tanto ba­sta per creare l’evento. Non solo per loro due, che comun­que già hanno messo in aller­ta le forze dell’ordine venezia­ne, ma anche per gli invitati: della spedizione faranno ov­viamente parte la mamma di Carla, la signora Marisa, la so­rella attrice, Valeria Bruni Te­deschi, col baby-fidanzato Louise Garrel, tre lustri buoni meno di lei e attore talentuo­so (è stato uno dei tre prota­gonisti di «The dreamers» di Giuseppe Bertolucci).
Tra gli invitati figurano an­che Gerard Depardieu, Pierre Cardin, amico di vecchia data di Carlà, l’attrice Adriana Asti e naturalmente il vicino di «ri­va », François Pinault, il suo consigliere culturale Jacques Aillagon (ex direttore di Palaz­zo Grassi diventato direttore del museo di Versailles e il grande amico - di Pinault ­Jacques Chirac). Per venire a noi (si fa per dire), il governa­tore Galan ha già fatto sapere che non ci sarà, mentre è in­certa, al momento, la presen­za del sindaco di Venezia Mas­simo Cacciari, anche se qual­che motivo per fare uno sfor­zo il sindaco ce l’avrebbe. Car­là infatti, due anni fa, si era re­sa disponibile a partecipare al progetto sms Venice, in cui al­cuni artisti donavano canzo­ni o concerti per la salvaguar­dia di Venezia. Si era parlato addirittura di un concerto al­la Fenice (lei con chitarra): niente da fare, tutto fermo. La visita lampo della coppia po­trebbe essere l’occasione giu­sta per rinsaldare il legame.
Quanto al resto, nonostante una vita sulle passerelle, l’or­ganizzazione dell’evento sa­rebbe improntata alla stretta osservanza di una serata so­stanzialmente privata. Per­ciò: niente fotografi all’inter­no, red carpet autogestito (e mal digerito). Poi, dentro, due momenti di aperitivo nel­la sala del Cenacolo: un pri­mo per il primo pubblico del concerto, un secondo più «rafforzato» per il secondo. La cucina è stata affidata anco­ra una volta a un trevigiano (dopo il dominio di Celeste di Venegazzù): Santi group di Castello di Godego, in provin­cia di Treviso. Madame è ri­masta molto colpita dalle scel­te: Gloria e Fabrizio Santi, con l’allestimento del figlio Fabrizio, offriranno ai 500 ospiti (non pochissimi...) un menu tutto veneziano. Polen­ta e baccalà, risotto col go, tut­ti in piccole porzioni serviti da tanti camerieri; tradizione anche nei dolci: dolce sabbio­so, addirittura la pinza, anche se «rivisitati». Ai tavoli solo ortensie bianche: la sala è già bella così e madame è sem­pre per togliere più che per mettere. Niente Versailles, in­somma.
Sara D’Ascenzo
CorriereVeneto

Olimpiadi, la torcia arriva in Canada per i Giochi 2010


VICTORIA, Canada (Reuters) - La torcia olimpica è giunta ieri in Canada iniziando un percorso di 45.000 chilometri attraverso il Paese prima di arrivare a Vancouver per il Giochi invernali del prossimo anno.

La torcia è stata consegnata ai campioni olimpici canadesi Catriona Le May Doan e Simon Whitfield, primi tedofori, nel corso di una cerimonia ricca di simbolismi dei nativi canadesi sulla costa del Pacifico nella città di Victoria, nello stato del British Columbia.

Il percorso di 106 giorni sarà il più lungo all'interno di un Paese nella storia delle Olimpiadi, e coinvolgerà 12.000 tedofori passando attraverso 1.037 comunità prima dell'arrivo della fiaccola alla cerimonia di apertura dei Giochi il prossimo 12 febbraio.

La fiaccola all'interno di una lanterna è arrivata in Canada dalla Grecia su un aereo militare e portata alla cerimonia con canoe di capi indiani delle zone di Victoria e Vancouver.

mercoledì 14 ottobre 2009

Abiti da cerimonia dei potenti genovesi in un volume


Un libro con le preziose uniformi civili e di corte indossate da nobili, gentiluomini e a tanti potenti personaggi dello stato e della vita pubblica genovese e non solo, dalla seconda metà del Settecento fino al primo Novecento. Con il volume “Corpus delle uniformi civili”, curato da Carla Cavelli Traverso (De Luca Editori d’Arte) la Regione Liguria promuove con questa iniziativa il progetto di catalogazione informatizzata, del ricco materiale sulle uniformi civili dei secc. XVIII/XX, raccolto dal Servizio Cultura nel corso di quasi venti anni.

Con il termine uniforme civile si indicano gli abiti indossati dai funzionari della corte e dello stato che, al pari delle uniformi militari, erano codificate in apposite leggi o decreti che ne descrivevano le caratteristiche peculiari – in particolare il tessuto ed il motivo decorativo del ricamo- al fine di rendere riconoscibile il funzionario che le indossava. La notevole quantità di materiale documentario raccolto (schede di oggetti, leggi a stampa, documenti d’archivio, figurini, modelli, campionari, dipinti ecc.) costituisce, per consistenza ed ampiezza degli estremi cronologici e topografici considerati, una fonte autorevole per gli appassionati questo particolare filone della storia del costume.

La ricerca ha riguardato numerosi stati italiani pre-unitari, il nascente Regno d'Italia ed alcuni stati stranieri in particolare la Francia, con sondaggi mirati all’Austria e alla Spagna e comprende sia le raccolte a stampa, sia la documentazione d'archivio delle varie dinastie regnanti, o come nel caso degli ordini cavallereschi l’archivio storico dello stesso ordine. Con questo progetto informatico si è creata una banca dati sulle uniformi civili e di corte, unica a tutt’oggi almeno in Italia, che qualifica la Regione Liguria come un vero e proprio centro d’eccellenza, per coloro che sono interessati a questo filone di ricerca.

Proprio infatti il confronto informatico di questa ricca documentazione ha permesso il riconoscimento di numerose uniformi civili conservate in varie collezioni italiane e per alcune si è anche riconosciuto il personaggio che le indossava.
Il libro comprende anche le uniformi conservate nelle Collezioni Tessili del comune di Genova che fanno parte della la mostra su web realizzata la Regione Liguria in collaborazione con la Direzione per i Beni Culturali e Paesaggistici e la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici.

La mostra virtuale Fasti della burocrazia. Uniformi civili e di corte XVIII-XIX, è visitabile in internet, www.CulturaInLiguria.it sotto il menù pubblicazioni/multimedia/mostre virtuali/uniformi civili e di corte. I libri saranno distribuiti alle biblioteche e musei liguri e a diverse istituzioni straniere.


mercoledì 7 ottobre 2009

Nozze eleganti e divorzi alla moda.


Eccovi la riproposizione di un gustosissimo scritto di Wodehouse, uno dei padri dello humor inglese, su matrimonio e divorzio.

Da: Pelham Grenville Wodehouse, Nozze eleganti e divorzi alla moda, fa parte di: Id., Attorno e intorno al teatro, in: Id., Più forte e più allegro, Milano, Bietti, 1934, pp. 136-143.



L’altro giorno, dopo aver letto in un giornale la colonna dedicata all’etichetta in cui si diceva che la strana e graziosa usanza della presenza dei detectives ai ricevimenti di nozze stava scomparendo, se m’aveste toccato con una piuma sarei caduto in terra. Sì, quella notizia mi sconvolse. Un ricevimento senza un detective non è più un ricevimento. Poi, quando mi hanno spiegato la cosa, ho capito perché l’uomo con la sottoveste a fantasia e le scarpe larghe debba andarsene: i regali di nozze stanno diventando così spaventosamente brutti, che non c’è più bisogno di lui. Nessuna sposa e nessuno sposo, sani di mente, faranno opposizione se qualcuno li porta via.
La tendenza odierna è d’incoraggiare il taccheggio della stanza dei regali e di conseguenza i cleptomani sono esciti da quella nube sospettosa che li circondava, a motivo della loro infelice debolezza. Ora l’invitano da per tutto con la tacita intesa che si dedichino attivamente al loro lavoro misericordioso: mi si dice che sia uno spettacolo incantevole vedere la giovane sposa che sorride incoraggiantemente [inizio p. 136] ad uno di questi benefattori che esce dalla stanza barcollando sotto il peso di due massicci vasi dorati; o il giovane sposo che aiuta premurosamente un ospite a cacciare una coppa d’argento nella tasca del soprabito.
Alcune persone dell’alta società vanno ancora più lontano, e scritturano dei ladri professionali; abitudine che ha rialzato molto la situazione degli appartenenti ai bassi fondi, che vanno acquistando molta disinvoltura mondana, a motivo degli inviti numerosi a queste nozze eleganti; inviti che ricevono affinché rubino i regali. Credo che la spiegazione dell’epidemia dell’accento oxfordiano fra le cricche dei bassifondi che dà tanto da pensare a Scotland Yard, sia la loro crescente familiarità con le migliori famiglie.
Sono anche informato che il pretendente respinto non è più una caratteristica dei ricevimenti di nozze. Alcuni anni or sono, una sposa si sarebbe creduta disonorata se non avesse potuto riunire fra i suoi ospiti una mezza dozzina e più di pretendenti respinti: questa era un’abitudine che poteva a volte risolversi in uno spettacolo d’effetto, spontaneo e grazioso, come quella volta in cui Claudio Perkins, mentre con una mano sopprimeva i battiti del suo cuore ulcerato, con l’altra stringeva quella della sposa. Questo avvenne al ricevimento Bootle-Bartholomew. La città parlò a lungo dell’incidente e permise agli sposi di conquistare la posizione sociale di cui ora godono.
[inizio p. 137] Ma sono pochi i pretendenti respinti che assomiglino al povero Perkins e noi lo deploriamo. Forse è troppo chiedere a un giovinotto di suicidarsi soltanto perché un ricevimento di nozze finisca bene, ma si può almeno chiedergli che il suo contegno sia malinconicamente lusinghiero. Il pretendente respinto d’oggigiorno è stato escluso da molti ricevimenti di nozze appunto perché incapace di comportarsi in questo modo. Infatti non è raro il caso che questi giovanotti seguano il sistema opposto creando una situazione imbarazzante. Tutti rammenteranno la scena penosa avvenuta durante la cerimonia Mumbleby-Packsmith: Giorgio Packsmith dei Packsmith del Leicestershire, stava per rispondere al ministro che gli chiedeva se aveva nulla da dire prima che fosse pronunziata la sua sentenza, quando una voce di fondo alla chiesa gridò con accento di sincera congratulazione verso sé stesso. – Per grazia d’Iddio, Enrico Polwhistle Pipps è quaggiù.
Ciò dimostra che anche in materia di nozze, la moda cambia. Se il libro del cerimoniale sul quale fidate per trarvi fuori dalle difficili acque della vita sociale è vecchio di due o tre anni, sarà bene che ve ne procuriate l’ultima edizione. Altrimenti commetterete qualche gaffe.
È indispensabile far questo specialmente negli Stati Uniti d’America; dove non soltanto l’ospite, ma anche il ministro officiante deve essere al corrente delle ultime sanzioni. A motivo della [inizio p. 138] diffusione sempre crescente del divorzio, le cui leggi differiscono in America da Stato a Stato, (di modo che lo scioglimento di un matrimonio avvenuto in uno Stato non è valido in un altro) il ministro si fornisce assolutamente di una carta geografica, che gli serve come mappa di guerra, e che consulta nel momento critico della cerimonia.
Un mio amico che ha fatto da mazziere in un matrimonio elegante celebrato a New York in questi ultimi tempi (tutti e due gli sposi avevano fatto diverse false partenze nella corsa matrimoniale) mi ha raccontato che quando il vescovo officiante rivolse allo sposo le seguenti parole: «Vuoi tu, Rockmetteller, nel bene e nel male, prendere per moglie questa Genovieffa in Pensilvania, Massachusetts, Rhode Island, Arkansas, Nevada, Utah, Colorado ed altri stati dell’Ovest?» gli occhi di tutti i presenti si riempirono di lacrime.
Il sistema di fare le prove delle cerimonie nuziali va acquistando molto favore. Quest’uso, nato in America, offre molti vantaggi: soprattutto offre alla sposa la possibilità di diminuire al fidanzato la violenza dell’urto somministrandogli a piccole dosi la propria parentela invece di fargliela inghiottire in un sorso solo. E così, quando egli sarà assuefatto alle molteplici zie e cugine si troverà in forma migliore per sopportare la commozione della conoscenza dello zio Giuseppe che arriva dalle Colonie.
L’argomento dei matrimoni è inesauribile; si [inizio p. 139] tratti delle prime nozze di una ragazza comparsa in società quest’anno, e delle ultime di Ghita Soyce, la cosa suscita sempre l’interessamento e la commozione di tutti. Quali visioni evoca la fantasia della gente! La sposa col volto serio e risoluto… Lo sposo che si dà un pizzicotto nella speranza che si tratti soltanto di un sogno… I mazzieri che cercano inutilmente di persuadere una lontana parente che ha un biglietto segnato «Secondo recinto, L. 19», che non ha il diritto di sedersi in un posto di fianco… Come dico, ci sarebbe da non smettere più di scrivere. E anche lo farei, ma il mio spazio è limitato e non ho ancora sfiorato come ho promesso nel mio titolo, l’argomento quasi altrettanto affascinante del Divorzio.
Il Divorzio, che può essere un esperimento occasionale, come nel caso di semplici cittadini, o una manìa, come lo è per le stelle di Hollywood, potrebbe essere efficacemente definito come uno strattagemma per mezzo del quale un uomo risoluto, che abbia molto tempo da perdere, può godere i vantaggi di essere un Mormone senza bisogno di farsi crescere la barba e di vivere nella Città del Lago Salato [Salt Lake City, N.d.C.]. Il divorzio è molto comune in America, che è la terra della libertà (o di coloro che vogliono essere liberi), appena hanno messo da parte abbastanza danaro per pagare le parcelle degli avvocati), dove, come è stato detto argutamente, ogni fanciulla diventa una donna con la certezza che, per quanto umile possa essere la sua [inizio p. 140] situazione, può capitarle la fortuna di sposare un giorno Charlie Chaplin o il Marchese delle Falaise de la Foudraye.
Nell’anno 1927 ci sono stati negli Stati Uniti d’America 192.037 divorzi; nel 1929, un anno straordinario, ve ne furono 201.459, ma bisogna ricordare che questo fu l’anno del grande panico in borsa, e nei seguenti dodici mesi si ebbe una diminuzione scoraggiante: i divorzi scesero a 191.591. (Mancava il danaro). I mariti dovettero accontentarsi di riverniciare a nuovo la vecchia moglie, mentre le mogli furono costrette a portare ancora per un anno l’abito modello dell’ultima stagione. Si prevede che le cose si raddrizzeranno fra breve e che il Divorzio rifiorirà di nuovo in tutto il suo vigore. Indizio questo, del ritorno della prosperità.
Pare che il Divorzio, in America, oscilli secondo il clima. Negli Stati dell’Est la percentuale è di 147 per 100.000. Salendo verso le montagne l’aria diventa più frizzante e la percentuale sale a 543 per 100.000 mentre sulla costa del Pacifico arriva a 656. Queste cifre, però, comprendono la statistica dei divorzi di Hollywood che raramente risponde alla verità.
Impressionati da queste statistiche, noi Inglesi riteniamo erroneamente che l’America sia la nazione del mondo che ha la percentuale più alta di divorzi. Non è vero: anche a rischio di spingere la colonia cinematografica a compiere sforzi maggiori, [inizio p. 141] bisogna affermare la verità: l’America, di fronte al Giappone, è, in questo ramo speciale d’industria, una timida novizia. Nel Giappone ci sono trentaquattro divorzi su mille abitanti, mentre negli Stati Uniti ce ne sono appena tredici. Dev’essere una malinconica consolazione per i patriotti americani sapere che la Svizzera, che vien subito dopo, ne conta soltanto tre.
Con questa rivelazione c’è da scoraggiare il popolo più energico e perseverante. La ragione non è difficile da capire: mentre alcuni Stati Americani fanno tutto quello che possono (e noi facciamo tanto di cappello a Washington dove ci sono undici motivi, ben separati e distinti di divorzio), altri stanno in ozio. Nella Carolina del Sud, per esempio, ora è proibito divorziare, e in molti Stati non si può ottenere il divorzio per motivi pienamente giustificati come quelli di non rispondere al colore del compagno, giuocando a bridge, di raccontare a colazione quello che si è sognato la notte, e di strizzare il tubetto del dentifricio dalla parte contraria. È naturale che i Giapponesi, sempre pronti a marciare come un sol uomo in tutti i movimenti patriottici, abbiano potuto conquistare facilmente il primo posto.
In Inghilterra l’esame della situazione è abbastanza confortante. Ci fu un tempo in cui, a memoria di alcuni di noi che siamo anziani, ma ben conservati, il divorzio accadeva soltanto sulla scena: all’infuori delle commedie, era una rarità. [inizio p. 142] Poi venne il famoso discorso del Re «Svegliati, Inghilterra» e la vecchia nazione si riscosse dalla sua letargia. Nel 1918 le cifre del 1917 si trovarono raddoppiate, ma oggi, il totale, è inferiore di un terzo al numero raggiunto in quell’anno. Tutto considerato, abbiamo più merito, oggi, con un divorzio ogni ottantotto matrimoni, di quanto ne avessimo con uno ogni novantadue, nell’anno scorso, e con uno ogni cinquecento prima della guerra.
Ma anche ammettendo che ci sia stato un grande miglioramento è una cosa sorprendente che il Giappone salga ad una percentuale che ci pare degna di rispetto senza che facciamo nulla per imitarlo. Quando ci guardiamo intorno e vediamo come sieno disgustosi i nostri simili, pare impossibile che soltanto una minima parte prenda ogni anno la ragionevole decisione d’interrompere ogni rapporto con loro.
Si potrebbe supporre che il motivo fosse la grave spesa che importa il divorzio. I giudici, in materia di alimenti, danno prova di quella spensierata generosità che si riscontra soltanto in coloro che spendono il danaro degli altri. Il nostro paese ha bisogno di un divorzio di medio costo.
Ecco altre cifre giapponesi. Gli alimenti, nel Giappone, vengono computati a yen, e un yen, se me lo rammento bene, vale tre millesimi di sterlina, e ciò significa che il nostro Giapponese può divorziare sei volte all’anno spendendo quello che [inizio p. 143] gli costerebbe a Londra di mancia il capo-cameriere di un circolo notturno che gli assegnasse un tavolo lontano ventisette piedi dallo spazio dove si balla e che fosse proprio dietro a una colonna.
Ancora noi non godiamo le facilitazioni di cui si gode in America. C’è stata una negra nel Kentucky che ha ottenuto il suo divorzio con questo semplice procedimento: è andata dal giudice e gli ha detto: «Efraim non mi piace più!» Ecco il coraggio con cui si conquista la vittoria!
[trascrizione a cura di Leone Venticinque]

Nobel, la settimana dei premi 2009


Come tradizione, la stagione dei Nobel si apre con quello alla Medicina, a cui seguono Fisica, Chimica, Letteratura e Pace nella stessa settimana. Ultimo annuncio quello del riconoscimento all'Economia. I premi sono assegnati dalla Fondazione Nobel, fatta eccezione per quello all'Economia che è promosso dalla banca Centrale Svedese.
Sui vincitori vige il piu' stretto riserbo prima della proclamazione, che costringe i 'papabili' ad una nervosa attesa di una telefonata da Stoccolma (da Oslo per quello della pace) la mattina stessa. Per ogni categoria c'è un premio in denaro di 980mila euro (10 milioni di corone svedesi), che viene consegnato sempre il 10 dicembre assieme a una medaglia e a un diploma. Alle 'Nobel lectures' fa seguito un tradizionale banchetto alla presenza della famiglia reale svedese.
I premi fanno parte delle ultime volontà di Alfred Nobel, l'inventore della dinamite, e i primi furono assegnati nel 1901. Secondo le ricostruzioni più fantasiose, non esiste il Nobel per la matematica perchè la moglie dell'inventore lo aveva tradito proprio con un ricercatore di questa disciplina, Gösta Mittag-Leffler. Dal 1901 sono stati premiati 793 individui e 23 organizzazioni.
Il piu' giovane vincitore del premio è Lawrence Bragg, che lo ottenne insieme al padre per la Fisica nel 1915. Il piu' anziano Leon Hurwicz, 90enne quando prese quello per l'economia nel 2007. Il più anziano premato ancora in vita è Rita Levi Montalcini.

da ANSA

San Marino, nuovi Capitani Reggenti


Nella Repubblica di San Marino, è festa. Cerimonia di ingresso dei nuovi Capitani Reggenti Francesco Mussoni e Stefano Palmieri per il semestre 1° ottobre 2009 -1°aprile 2010. Essi ricevono i pieni poteri dai due loro predecessori, Massimo Cenci e Oscar Mina, secondo un cerimoniale che, come disse Prodi, è una lezione sull’origine delle democrazia in Europa.
Oratore ufficiale Jacques Diouf, Direttore Generale della FAO, rieletto nel 2005 con un terzo mandato di sei anni.
Leggi il Protocollo della Cerimonia.

da Notizie di San Marino

Inaugurazione Petruzzelli, le frasi e le immagini più sentite


Niente lusso ostentato, eleganza composta, qualche papillon e palchi vuoti in barcaccia e platea largamente ridotta per far spazio a quasi duecento elementi tra orchestra e coro che hanno dato vita, anima e passione in musica all’inaugurazione del nuovo Teatro Petruzzelli. I buchi vuoti tra le poltrone si vedono anche dall’alto del quinto ordine, mancano numerosi consiglieri comunali e assessori, ai quali sono stati riservati i palchi di primo e secondo ordine. La platea è puntellata da fasce tricolori, presenti numerosi sindaci della provincia di Bari. Poi onorevoli (Massimo D’Alema per il Pd e Antonio Distaso per il Pdl), l’europarlamentare Barbara Matera elegantissima in un abito Blumarine. In prima fila le autorità massime, Alfredo Mantovano, Enrico Letta, Raffaele Fitto, il prefetto di Bari Carlo Schilardi e poi Michele Emiliano accompagnato dai due figli piccoli, il presidente della provincia di Bari con Umberto Veronesi, e il governatore Nichi Vendola con la mamma.“Per me oggi è una delle giornate più emozionanti della mia vita – ha ricordato Vendola prima di entrare in teatro -. Io ricordo all’inizio della mia carriera politica la battaglia per chiedere verità è giustizia su chi aveva bruciato questo teatro e poi la battaglia per la ricostruzione e la rabbia di tanti anni di fronte all’incapacità anche di aggiungere un mattone alla cenere. Oggi è cambiata la storia, è cambiato il vento e abbiamo questo nuovo meraviglioso teatro per la città di Bari e per la Puglia. Il Petruzzelli dovrà essere all’altezza della sua storia migliore, non dovrà essere luogo del provincialismo ma un luogo della cultura del mondo”.
Un grande sospiro di sollievo lo ha tirato a fine concerto il sindaco di Bari Michele Emiliano, che della Fondazione Petruzzelli è anche il presidente.
“Il sindaco era l’unica autorità che non si limitava a partecipare ma organizzava l’evento: come spesso accade mentre gli altri si divertono il sindaco ha la responsabilità di seguire tutto quello che avviene. Ora mi sto rilassando, mi sto godendo –ha ricordato Michele Emiliano alla fine della IX di Beethoven - la felicità che tutto sia andato bene
. Ma è la prima volta nella mia vita che questa giornata finirà a mezzanotte di domani (oggi ndr), perché senza l’inaugurazione con gli operai e i cittadini sorteggiati questa giornata non può finire. Chiederemo il permesso a san Francesco e san Nicola di fare in modo che domani ci sia una continuità assoluta con questa giornata importante. Le mie emozioni di domani completeranno questa grande soddisfazione e questa grande gioia.
Ora smettiamola di guardare ai dettagli come spesso abbiamo fatto in questa città, di guardare agli interessi privati: dobbiamo pensare allo Stato, al bene comune. Gli italiani sono stanchi di vedere la politica che pensa agli interessi particolari: chi ha conflitti deve lasciare il passo a chi può governare la cosa pubblica con maggiore serenità. E dobbiamo affrontare le istituzioni con sobrietà e semplicità. Non occorrono formalismi: anche questa sera credo che nessuno abbia avuto l’impressione di un evento mondano. Questo era un evento civile, come può esserlo l’inaugurazione di un ponte di una scuola: non c’era nulla da esibire ma testimoniare la rappresentanza di una comunità. Certo io avrei preferito fare prima l’inaugurazione con gli operai e i cittadini, ma il governo ci ha chiesto di applicare il cerimoniale e noi lo abbiamo fatto”. Sulla mancata presenza della famiglia formalmente proprietaria del teatro, i Messeni Nemagna, il Sindaco di Bari glissa: “Io non li rappresento e quindi non ho motivo di parlarne”.
Sono contento di aver interpretato un’emozione larga, - ha commentato Nichi Vendola, autore di un discorso breve ma che ha scatenato un applauso che non accennava a fermarsi - un’emozione laica e spirituale insieme, perché quando ti riprendi un luogo che è una radice, che è un’anima che è una storia, che è una tradizione e non è solo un palcoscenico, ma è una possibilità di educazione e di incivilimento, quando ti riprendi un frammento di bellezza che ti è stato strappato dalla pelle, questa è una bella notizia. E siccome il Sud talvolta è raccontato solo attraverso le cattive notizie, quando lo puoi raccontare attraverso le buone notizia bisogna essere orgogliosi”.
di Antonella Ardito

da BariLive 

Seul, Clio Napolitano rompe il cerimoniale


Uno strappo al cerimoniale e un onore raro riservato a Clio Napolitano, moglie del presidente della Repubblica (nella foto, i due in Corea del Sud). Durante la visita ufficiale alla Blue House, il palazzo presidenziale della Corea del Sud, il presidente coreano Lee Myung-bak ha notato l’interesse della first lady italiana per il libro d’onore di solito riservato ai capi di Stato e l’ha invitata a firmare anche lei dopo il marito. Che le ha ceduto la penna e poi, con una piccola gag, se l’è fatta restituire. Dopo la firma Clio Napolitano ha lasciato soli i capi di Stato per un colloquio separato con la first lady coreana.

domenica 4 ottobre 2009

Rito civile, un corso per i promessi sposi


LECCE - A breve partirà una seconda edizione del corso prematrimoniale destinato a tutte le coppie che intendono contrarre matrimonio secondo il rito civile. Nella scorsa primavera il corso, organizzato dall’Associazione Comunità Emmanuel onlus, in collaborazione con il Comune di Lecce aveva registrato la presenza di 7 coppie, ma quest’anno il numero sembra destinato a salire.
Il corso, la cui partecipazione è gratuita, comincerà il 15 ottobre. Si articola in otto incontri di due ore ciascuno, tenuti presso il Centro le Sorgenti, sulla strada provinciale Lecce- Novoli (info: 0832.358360/5; promotion@emmanuel.it). Responsabile del progetto e tutor è Anna Rita Capozza Chiari, esperta di dinamiche di gruppo e di coppia. "Tengo a precisare- dice la responsabile- che non c’è assolutamente concorrenza con i corsi di preparazione al matrimonio religioso. Si tratta di una formazione alla coniugalità e vi possono partecipare tutte le coppie interessate, indipendentemente dal rito che sceglieranno".
Spesso anche coppie che sono da tempo conviventi si ritrovano ad avere difficoltà dopo il matrimonio. "Nel primo corso- continua la Chiari- la partecipazione è stata attiva e ha visto anche la presenza di coppie che non erano nell’imminenza del matrimonio, ma che erano interessate all’iniziativa, in vista del rito futuro. Inoltre, durante questi appuntamenti è stata favorita molto l’apertura al dialogo fra i promessi sposi, anche su temi mai prima così esplicitamente affrontati". Questo corso è destinato anche a chi, non abbia avuto la possibilità di parteciparvi prima della celebrazione del matrimonio, pur essendo interessati ad un percorso di formazione". Un altro elemento importante è l’apertura alla relazione con se stessi e gli altri, a partire dalle famiglie di origine e dalle reti amicali.
L’idea del corso nasce dall’esigenza di stimolare le giovani coppie a prendere consapevolezza della complessità del rapporto coniugale, del significato e dell’impegno che la costituzione di una nuova famiglia richiede. In questo modo si può anche attivare un confronto con altre coppie e con figure professionali per affrontare tempestivamente eventuali situazioni di disagio che possono logorare il rapporto coniugale. Il corso si articola in seminari tematici, in cui si affrontano con gli esperti i temi della coniugalità, della sessualità, della genitorialità, e del significato del matrimonio civile. I laboratori esperenziali autobiografici sono invece animati da esperti nelle problematiche di coppia con brevi relazioni cui fanno seguito le riflessioni personali sul tema proposto e il confronto di esperienze di gruppo. Questo percorso auto formativo aiuta anche a sviluppare la consapevolezza di sé e stimolare alla cura di se stessi per sapersi prendere cura degli altri. La cadenza degli incontri è settimanale. Nella serata conclusiva, nel corso della quale viene consegnata una pergamena ricordo, sono invitati anche i genitori delle coppie.
Si tiene pertanto un incontro dibattito sul ruolo e sulla responsabilità delle famiglie di origine nei confronti dei giovani sposi e sul nuovo modo di esercitare il ruolo di genitori nei confronti dei figli sposati, considerando anche che molti disagi delle giovani coppie scaturiscono dal non chiaro rapporto con le famiglie di origine. Per quanti lo desiderino viene fissato anche uno spazio personale di ascolto, per elaborare le provocazioni suscitate dagli incontri di gruppo ed essere aiutati a superare situazioni di disagio comunicativo all’interno della coppia. Tra i vari temi, che vengono toccati negli incontri, ci sono:l’ autonomia, la premura, la creatività, la responsabilità, l’impegno, l’accoglienza, la mediazione e la complicità, i condizionamenti e le influenze per i divorziati che si risposano.

Audi inaugura il suo Palazzo italiano: la cerimonia ad Ancona


Audi ha aperto un vero e proprio Palazzo dedicato al marchio. Presentato ad Ancona, è la prima struttura del genere in Italia.
Se Audi aveva in programma di strabiliare con il nuovo Palazzo di Ancona, è riuscita sicuramente nel suo obiettivo. La società tedesca ha aperto un nuovo autosalone enorme: 10.00 metri quadrati, dei quali 5.000 al coperto e 1.000 soltanto per l’esposizione delle automobili Audi. Linee curve e alluminio a gogò per questo Audi Terminal, prima struttura del genere targata Ingolstadt in Italia.
L’obiettivo della casa è rafforzare l’immagine della stessa sul territorio. Lo spazio espositivo di Ancona può ospitare l’intera gamma Audi, ed entro il 2012 Ingolstadt mira a inaugurare nei cinque continenti 350 strutture simili.
“Questa inaugurazione è il modo migliore di festeggiare i 100 anni della Audi e dimostra la grande dinamicità del marchio”, ha sottolineato Giuseppe Tartaglione, presidente di Volkswagen Group Italia. “L’Audi Terminal dimostra la capacità del brand di essere all’avanguardia. Domina è stata una delle prime concessionarie esclusive Audi in Italia e questa affascinante struttura è il completamento naturale di un nostro partner commerciale, a dimostrazione della volontà di innovare che muove il brand e tutti i suoi collaboratori”, ha dichiarato a sua volta Michael Frisch, direttore Audi Italia; ”questi spazi saranno il luogo ideale in cui i clienti potranno ammirare la nostra gamma, che entro il 2015 arriverà a ben 40 modelli”. L’Audi Terminal di Ancona è un autosalone della Domina. La concessionaria non poteva celebrare meglio i 10 anni di attività in esclusiva per Audi, ricorrenza da festeggiare proprio nel corso di questo 2009.

da Velino

Sudafrica, sposa 4 donne in un'unica cerimonia


Un ricco uomo d'affari di etnia zulu, Milton Mbele, 44 anni, domani impalmerà quattro mogli, contemporaneamente. Il grande matrimonio inizierà domattina e si concluderà il giorno dopo a Ntlana, un villaggio del Kwa Zulu Natal, importante e fiera regione sudafricana (formalmente ancora un regno con un legittimo re, in teoria padrone delle terre dell'intera provincia). L'una al fianco dell'altra le quattro signore - tra i 22 ed i 35 anni - risponderanno 'sì ', alla fatidica domanda «vuoi tu sposare il qui presente...». La poligamia è prassi comune ed accettata presso gli zulu ed in gran parte dell'Africa. La stranezza è il matrimonio contemporaneo. Anche perchè potrebbe creare problemi 'tecnicì: formalmente, infatti, la moglie regolare dinanzi alla legge è la prima. Difficile sapere chi sia, se le impalmate sono quattro, e contemporaneamente.

TUTTO SECONDO LE REGOLE... Comunque tutto è stato fatto secondo le regole e come riferisce il 'Sowetan', quotidiano sudafricano - ne dà notizia la Bbc on line - è stato pagato il regolare 'ilobolò, vale a dire la tradizionale dote. Ben 33 vacche (andranno alle rispettive famiglie) per tutte e quattro. Ma non sono divise in parti eguali: 10 per una, si presume la più giovane, otto per altre due, sette per la quarta. Una delle donne ha dichiarato al quotidiano: «Non ci vediamo niente di strano, ci conosciamo tutte ed abbiamo deciso di sposarlo insieme perchè lo amiamo. Non importa se riceveremo certificati matrimoniali o meno: l'importante è che lui ci ami». L'attuale presidente sudafricano, Jacob Zuma, anche lui zulu, ha tre mogli ufficiali. Ma erano cinque: una, la prima, morì suicida; da un'altra, Nkozera Dlamini Zula, ministro degli esteri, ha divorziato. Imprecisato il numero dei figli: dalle consorti ufficiali almeno una quindicina; da altre non si sa, ma di certo non pochi.

su Leggo

sabato 3 ottobre 2009

Nuovo Seminario dell'ANCEP su "Cerimoniali a confronto"



Al via, il prossimo 5 ottobre, il Seminario dell'ANCEP (Associazione Nazionale Cerimonialisti Enti Pubblici) su "“Cerimoniali a confronto – Il comportamento formale nei rapporti pubblici internazionali". Cornice dell'evento sarà la Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma il 5 e 6 Ottobre prossimi.
Fra i relatori personaggi di spicco del panorama cerimoniale italiano fra cui il Prof. Antonio d'Atena, ordinario di Diritto Costituzionale nell’Università di Roma “Tor Vergata”; l'Avv. Francesco Piazza, Capo del Cerimoniale del Sindaco di Roma; il Ministro Plenipotenziario Cristiano Cottafavi, del Cerimoniale diplomatico della Repubblica; Francesco Raneri, Docente di Teoria e tecniche del moderno Cerimoniale nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania; Stefano Filippone-Thaulero, Capo dell’Ufficio Relazioni interparlamentari del Senato della Repubblica e Barbara Ronchi della Rocca, Giornalista ed esperta di protocollo.
Con questo Semianrio l'ANCEP torna a segnare importanti passi sulla via della pubblica riconoscibilità e della qualificata professionalizzazione di un ruolo spesso passato inosservato o, peggio, considerato retaggio di epoche passate. Quest'ultimo appuntamento segue i precedenti incontri svoltisi a Bologna, nel Marzo  scorso, e a Venezia, nel Novembre 2008.
Un ulteriore  valido risultato ottenuto dall'ANCEP è stato l'accordo quadro con l'Università di Catania finalizzato alla diffusione e alla promozione della cultura del cerimoniale nelle pubbliche amministrazioni e ad attivare percorsi di alta formazione per gli operatori del settore.

venerdì 2 ottobre 2009

Le Olimpiadi 2016 vanno a Rio de Janeiro


Le Olimpiadi 2016 si disputeranno a Rio de Janeiro. Lo ha deciso l'assemblea del Cio (Comitato olimpico internazionale) nella riunione di Copenaghen. La città carioca ha superarato al ballottaggio Madrid, dopo che le due città erano andate al ballottaggio in seguito all'eliminazione di Chicago al primo turno e di Tokyo al secondo. Per le quattro candidate erano scesi in campi i pesi massimi politici. Per Madrid re Juan Carlos e il primo ministro Zapatero, per Rio il presidente brasiliano Lula e per la capitale giapponese il premier Hatoyama.
DELUSIONE A CHICAGO - La candidata favorita, Chicago, è stata eliminata al primo turno nonostante la presenza a Copenaghen del presidente americano Barack Obama e di sua moglie Michelle. Al secondo turno è uscita Tokyo. Obama, il primo presidente Usa a essere intervenuto di persona per portare le Olimpiadi negli Stati Uniti (sarebbe stata la quinta volta negli Usa dopo Saint Louis 1904, Los Angeles 1932 e 1984, e Atlanta 1996) subito dopo aver parlato a favore di Chicago all'assemblea del Cio, ha lasciato la Danimarca e sull'Air Force One ha avuto un incontro di 25 minuti a quattr'occhi con il generale Stanley McChrystal, comandante in capo delle forze alleate in Afghanistan. Fair-play del presidente, che ha definito «uno storico evento» la vittoria di Rio de Janeiro. La Casa Bianca ha definito «una delusione» la mancata scelta di Chicago, che però non deve essere vista come un «ripudio» del presidente Obama e di Michelle da parte del Cio, viene detto in una nota. Obama era già da giorni nel mirino dell’opposizione repubblicana per la decisione di allontanarsi da Washington in un momento di crisi in Afghanistan e in Iran e durante la difficile discussione sulla riforma sanitaria. Le circa mille persone che si erano radunate a Chicago davanti a un maxischermo sono rimaste attonite nell’apprendere l’esito della votazione. «Sono davvero scioccata», ha detto la congressista Jan Schakowsky, mentre migliaia di concittadini se ne andavano. La Schakowsky ha inoltre rivelato le preoccupazioni di Pat Ryan, presidente del comitato promotore di Chicago. «Era preoccupato per la prima votazione, quando tutti avrebbero dato il voto al proprio continente anche chi alla votazione successiva era pronto a votare Chicago. Sono convinta che parecchi delegati del Cio pensassero di avere una seconda opportunità». «Sono orgoglioso che il presidente si sia andato a sostenere questo Paese», ha detto David Axelrod, consigliere personale di Obama. «Il presidente ha fatto il meglio che ha potuto. Credo che la candidatura valesse l’investimento. Ogni volta che sostieni gli Stati Uniti fai la cosa giusta».

su CorriereSera

Cina, iniziato con parata militare 60esimo Repubblica


PECHINO (Reuters) - La Cina ha celebrato oggi la sua autorità con una parata militare nella capitale, durante la quale hanno sfilato soldati al passo dell'oca e missili in grado di trasportare testate nucleari, a 60 anni dall'annuncio di Mao Tse tung della fondazione della Repubblica Popolare il primo ottobre del 1949.
Migliaia di militari hanno allontanato i passanti dalle strade del centro di Pechino in occasione della parata, e piazza Tiananmen è stata trasformata in un palcoscenico high-tech sul quale il Partito Comunista al potere mostrerà agli invitati i risultati ottenuti. I militari hanno sottolineato l'inizio delle celebrazioni sparando colpi di cannone e issando la bandiera rossa sotto gli occhi del presidente Hu Jintao, che li guardava dalla "porta della pace celeste" che dà sulla piazza con indosso un vestito grigio in perfetto stile "Mao".
Il presidente ha poi ispezionato le truppe, passando di fianco ai soldati a bordo di una limousine nera e urlando più volte "Vi saluto compagni, compagni lavoratori!. E' da qui che il presidente Mao ha annunciato solennemente la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, e da allora il popolo cinese si è rialzato", ha detto Hu davanti a ospiti e militari. "Oggi una Cina socialista che abbraccia la modernità, abbraccia il mondo e abbraccia il futuro si erge alta e compatta". Con lo spettacolo - e le straordinarie misure di sicurezza - di oggi, Hu vuole anche ribadire che la scelta di avere un solo partito è quella vincente per traghettare la terza potenza mondiale alla prosperità, per governare 1,3 persone e trasformare il Paese in una superpotenza.

Si inaugura il Petruzzelli


BARI - «La pazienza alla fine ci ha premiato». Il sindaco di Bari Michele Emiliano presenta a Roma alla stampa estera il programma per l’inaugurazione del nuovo teatro il 4 ottobre, con la Nona di Beethoven diretta dal maestro barese Fabio Mastrangelo, e mette da parte tutte le polemiche. «La vicenda ci ha messo alla prova», dice, ma «anche quello che è successo, è un’opportunità. Adesso siamo famosi in tutto il mondo e forse è il caso di approfittarne».
DUE INAUGURAZIONI - Cerimonia pubblica con parterre istituzionale, dunque, per il 4 ottobre e inaugurazione popolare il giorno dopo, con lo stesso programma musicale dedicato però agli operai che hanno lavorato alla ricostruzione (ai quali saranno riservate le prime file) e ai 1200 vincitori della lotteria bandita un anno fa, quando ancora si puntava ad inaugurare il teatro nel giorno di San Nicola (6 dicembre) del 2008. «Noi avremmo voluto fare per l’inaugurazione una cosa diversa e più originale, un concerto con il minimo delle istituzioni e tutti gli operai insieme con i nostri testimoni estratti a sorte- spiega il sindaco sollecitato dalle domande dei cronisti - ma fino a dieci giorni fa non sapevamo ancora se avremmo potuto riaprire. Quando è arrivato il via libera ( per il quale, aggiunge dopo, «è stato forse determinante un parere dell’avvocatura dello Stato«) non abbiamo messo più condizioni». Resta il fatto, aggiunge, «che anche per il sindaco di Bari il concerto del 5 ottobre avrà un grande valore».
C'È LETTA - Nessun problema, sottolinea Emiliano, nemmeno per la assenza alla serata di inaugurazione del presidente del consiglio Berlusconi, «in rappresentanza del governo vengono il sottosegretario alla presidenza del consiglio Letta e il ministro Fitto, non abbiamo problemi». Si volta pagina, lo sguardo ora è al futuro, insiste Emiliano, l’apertura del nuovo Petruzzelli, ricostruito anche grazie alla legge sullo stato di emergenza in soli 18 mesi, «è una ouverture, è l’inizio di una grande storia» e dovrà essere occasione per catalizzare l’attenzione dei turisti su Bari. Dopo i due concerti di apertura, ci saranno altri appuntamenti (il 25 ottobre un’opera lirica, il 1 novembre un galà di danza con l’etoile dell’Opera di Parigi Eleonora Abbagnato ) anche per rodare il nuovo teatro prima dell’apertura della stagione, il 6 dicembre, con la novitàdi una collaborazione, «una relazione industriale ed artistica» con la Scala di Milano.«Le due prime si avvicendano - fa notare Emiliano - il Petruzzelli il 6 san Nicola, la Scala il 7 Sant’Ambrogio. Noi veniamo prima, non per colpa nostra, ma rendiamo omaggio alla fondazione più importante del mondo chiedendo di imparare», un modello di relazioni tra Nord e Sud, conclude, che potrebbe anche essere allargato. E come modello, in questo caso per gli altri enti lirici, si pone anche la giovane Fondazione Petruzzelli, orgogliosa, dice il sindaco di Bari, di offrire al suo pubblico una stagione di tutto rispetto (a maggio ci sarà il Bolshoi con il Lago dei Cigni e anche un nuovo allestimento del Sigfrido di Wagner) «che costa, tutta intera, quello che di solito costa un’opera sola».

su CorriereMezzogiorno

Nozze in bilico se sposarsi costa troppo


Al cuor non si comanda, ma il cartellino del prezzo di abito, foto e ricevimento rischia di dare un duro colpo alla decisione di convolare a nozze. A esaminare quanto il portafogli condizioni la scelta di sposarsi è uno studio condotto da Kasey Buckler dell'University of Notre Dame insieme a Melanie Guldi della Joseph Price of Bringham Young University (Usa). Il team ha concluso che il denaro, o più precisamente il prezzo del matrimonio, può influire "in modo significativo" sulla decisione di sposarsi. Ma come valutare l'impatto dei costi? I ricercatori hanno deciso di concentrarsi su uno stato americano che, fino a pochi anni fa, richiedeva agli aspiranti sposi un'analisi del sangue, per escludere la presenza di patologie contagiose (come rosolia o sifilide), e prevenire difetti neonatali. Un test costoso ma anche ansiogeno, che aveva portato alcune coppie a rinunciare ai fiori d'arancio, o a decidere di convolare a nozze fuori dai confini dello stato. Usando i dati relativi ai tassi di matrimoni registrati nel Distretto di Columbia tra il 1980 e il 2006, Buckles e i suoi colleghi hanno scoperto che quando l'analisi del sangue era richiesta, lo stato emetteva il 5,7% di licenze matrimoniali in meno ogni anno. Circa la metà della differenza rilevata con o senza licenza, spiegano gli studiosi, era dovuta a coppie che emigravano fuori dai confini statali per procurarsi l'agognato pezzo di carta, evitando l'analisi del sangue.

Olimpiadi 2012 a Londra: semplici e giovanili


"Semplice, giovanile, atletica, forte e coraggiosa come Londra, gradevole e divertente": le parole d'ordine delle prossime Olimpiadi 2012 targate UK saranno queste.

Ad annunciarlo è stato il capo cerimoniere del comitato, Bill Morris, durante la festa per la chiusura dei giochi di Pechino. Nessun confronto sarà possibile con l'immensa macchina organizzativa cinese ma questo non sarà un problema. Il presidente del Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici di Londra, Sebastian Coe, campione olimpico dei 1.500 metri nel 1980 e nel 1984, lo ha chiarito subito: "Non si può paragonare un'edizione con un'altra".

Durante la festa di chiusura sono stati il chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page e la cantante Leona Lewis a rendere l'idea del clima che ci aspetta nel 2012, mentre sfilavano sul tipico autubus a due piani rosso fiammante della city.

su Voce

Cerimoniere sbaglia, schiaffeggiato

Ripeschiamo una vecchia ma incisiva notizia relativa ai rischi di chi, come noi, si trova a dover lavorare nel Cerimoniale.  La notizia viene dalla terra d'Africa, per la precisione dal Kenia.



"Attimi di imbarazzo a Nairobi, nei giardini del palazzo presidenziale, dove la first lady Lucy Kibaki ha schiaffeggiato il maestro cerimoniere per una gaffe commessa durante la presentazione degli ospiti a un evento di Stato. In occasione del giorno dell'indipendenza keniana, il malcapitato ha chiamato la first lady con il nome della seconda moglie del presidente Mwai Kibaki, scatenando la furia della donna che lo ha aggredito.
Tutto si è svolto in pochi secondi, mentre era in corso la distribuzione di alcune onorificenze e la presentazione degli ospiti illustri. Imperdonabile l'errore del cerimoniere che ha confuso il cognome della first lady, Kibaki, con quello della seconda compagna del premier, Wambui. In un attimo Lucy è piombata sul maestro, schiaffeggiandolo davanti a tutti. La love story tra il presidente Mwai Kibaki e Mary Wambui è nota da tempo, i due hanno anche una figlia, ma formalmente la liaison è sempre stata negata sia dai diretti interessati che dalle autorità.
Della gaffe e della reazione della first lady keniana, non nuova a scatti d'ira in situazioni critiche, non ci sono nè foto nè filmati. Tutte le immagini che hanno immortalato l'exploit della prima dama del Paese sono stati infatti distrutti e sequestrati, cancellando ogni prova tangibile dell'aggressione. Impossibile invece eliminare le testimonianze dei presenti, che hanno raccontato quanto accaduto durante la cerimonia di Stato".


su Tgcom