sabato 17 aprile 2010

Kaczynski: iniziata cerimonia funebre a Varsavia

Con il suono di sirene e di campane, è cominciata sulla grande Piazza Pilsudski a Varsavia la cerimonia funebre per le 96 vittime della sciagura aerea di Smolensk, in Russia, nella quale lo scorso 10 aprile moriva anche il presidente Lech Kaczynski assieme alla moglie Maria e all'elite politico e militare polacca.
Davanti a decine di migliaia di presenti è stato intonato l'inno nazionale e osservato un minuto di silenzio. La prima parte della cerimonia ha carattere civico, con i discorsi del presidente del Sejm, Bronislaw Komorowski, del premier Donald Tusk e del capo gabinetto del defunto presidente, Macej Lopinski. La seconda prevede una messa funebre. Sirene e campane sono risuonate in tutta la Polonia. 

mercoledì 14 aprile 2010

Polonia, sabato i funerali delle vittime

Avrà luogo sabato il funerale del presidente polacco Lech Kaczynski, della moglie Maria e delle altre vittime dell'incidente aereo avvenuto in Russia due giorni fa. Lo ha reso noto il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza. ''Il presidente russo Dmitry Medvedev ha intenzione di prender parte alla cerimonia funebre'', ha spiegato il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski alla radio.
Sarà certamente presente il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Non è ancora chiaro se alla celebrazione parteciperà anche il presidente americano Barack Obama. ''Mi aspetto che il mondo intero partecipi'', ha affermato Sikorski. Per il luogo ci sono tre ipotesi: la cattedrale di Varsavia, il cimitero di Powazki o la cattedrale Wawel di Cracovia. A definire i dettagli delle esequie del presidente e delle altre 95 vittime del disastro, che andranno avanti per due giorni, sarà il premier Donald Tusk che incontrerà oggi i superstiti dello staff. Il fratello gemello di Kaczynski, Jaroslaw, ha riconosciuto il corpo del leader, che è stato riportato a Varsavia ieri. Domani il feretro sarà esposto al pubblico.

su Repubblica.it

lunedì 5 aprile 2010

Morto lo storico maggiordomo Allen

E' entrato alla Casa Bianca nel 1952 e ci ha passato 34 anni, servendo quotidianamente otto presidenti. Eugene Allen, maggiordomo nero, è scomparso all'età di novant'anni.
Amava definirsi «umile servitore». Riservato e sempre inappuntabile, è andato in pensione nel 1986. In tutti questi anni, ha sempre rifiutato interviste, apparizioni tv e ogni pressante invito a scrivere un libro di memorie. E dire che Eugene ne avrebbe avute di storie da raccontare. Certamente sotto i suoi occhi si sono tenute riunioni delicatissime, che hanno spesso deciso il destino del mondo.
Due anni fa, lui maggiordomo nero, nonostante l'età avanzata, riuscì a votare a favore di un altro uomo di colore come lui, che sarebbe diventato presidente degli Stati Uniti.
Entrò alla Casa Bianca come lavapiatti e la sua prima paga fu di 2.400 dollari l'anno. Poi fece carriera e all'epoca di Ronald Reagan divenne maitre, l'incarico più prestigioso all'interno del cerimoniale della Casa Bianca.
Quando Jfk fu assassinato, Allen venne invitato al funerale, ma preferì rinunciarvi. «Qualcuno doveva rimanere alla Casa Bianca, per essere pronto a servire i familiari del presidente al loro ritorno», spiegò in una rarissima intervista al Washington Post di qualche anno fa.
Nella sua lunghissima carriera ha servito ovviamente capi di stato di tutto il mondo, ma anche personaggi dello spettacolo come Duke Ellington, Elvis Presley, Sammy Davis Jr. Ha volato sull'Air Force One e ha trascorso mesi nella residenza estiva di Camp David.
Una volta anche lui ricevette una visita importante. Era Martin Luther King, che durante una cena alla Casa Bianca chiese espressamente di fare un giro nelle cucine per incontrare i camerieri, i cuochi e le persone di servizio.

su CdT